Le saponette non sono tutte uguali, vediamo di distinguere cosa c’è scritto nelle etichette di confezionamento.

Il sapone di marsiglia ha origini dal sapone di Aleppo, è uno dei più puri e sicuramente dalle più alte qualità organoletiche.

Prende il nome da Marsiglia, in quanto in questo luogo si sviluppò industrialmente anche se la sua origine deriva dal mondo arabo e dal bacino del mediterraneo (Spagna e Italia incluse).

Nelle medie e piccole industrie saponiere si utilizza ancora l’antico metodo di saponificazione simile da quello utilizzato nelle antiche fabbriche marsigliesi.

Per far si che avvenga il processo di saponificazione servono i grassi che possono essere di origine animale, vegetale sintetica e petrolchimica, e gli Alcali, generalmente soda caustica.

Per completare la produzione si utilizzano profumazioni, coloranti, conservanti e antiossidanti.

I grassi sono molto importanti per inquadrare la qualità di un sapone, in primis la tipologia del grasso. Ovviamente i saponi sintetici e petrolchimici avranno un valore diverso da quelli naturali, che però a loro volta si distinguono in quelli a grasso animale(inci:sodium tallawate) e in quelli a grasso vegetale(sodium palmato,sodium palm kernelate,sodium cocoate).Il vegetale è il prodotto più apprezzato dai consumatori ma spesso anche il più costoso.

Ma a volte anche i saponi vegetali nascondono cattiva qualità; la dicitura”Titanium dioxide” indica la presenza di un addittivo che serve a nascondere la presenza di grassi riciclati o vecchi.

Anche la quantità di grassi incide sulla qualità dei saponi che serve a donare l’effetto cremoso al sapone ma soprattutto a eliminare l’azione alcalina del sapone legata alla presenza della soda che in forma libera diventerebbe aggressiva per la pelle.

Un buon sapone vegetale deve quindi avere circa l’80% di grassi e contenere la glicerina.

Dal punto di vista estetico deve essere abbondantemente schiumoso, non seccare la pelle e non provocare arsure e pruriti.

I nostri saponi vegetali….